Asia

Sembra che i Cinesi, quando avevano già approfondite conoscenze in molti campi, sapessero invece assai poco riguardo ai cani. Anche se questo fatto può apparire strano, è, al contrario, abbastanza comprensibile. La Cina era una regione dove si praticava un’agricoltura intensiva, dove ogni pezzo di terra fertile veniva usato per le coltivazioni.
La caccia pertanto era un’attività rara e l’allevamento di animali domestici si limitava quasi esclusivamente ai maiali, che potevano essere nutriti anche con avanzi e rifiuti. Di conseguenza in Cina e in Giappone i cani erano di scarsa utilità, fatta eccezione per gli spitz, che venivano impiegati nelle regioni aride dell’Asia settentrionale per il traino e la caccia, e per alcuni rappresentanti delle razze selezionate in Occidente, che venivano offerti come doni all’imperatore per le collezioni imperiali. Secondo quanto riportano accertate fonti storiche, pare certo che attorno al 3450 a.C. in Cina si lavorasse a un progetto mirante a creare minuscoli animali da infilare nelle maniche degli abiti per proteggere le dita dai rigori dell’inverno. E noto infine che gli imperatori della dinastia Chow (1050-249 a.C.), dei quali esistono numerosi documenti, avevano ordinato agli ambasciatori delle lontane province di procurare loro cani da caccia dato che, anche se il popolo non si occupava delle pratiche venatorie, i regnanti amavano invece dedicarsi a queste attività. In quell’epoca gli imperatori ricevettero in dono anche cani da compagnia.
Quando i molossi tibetani vennero introdotti in Cina, furono utilizzati per la caccia, per la guerra e addirittura come cibo al posto dei maiali. Essi erano molto popolari durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.). Tuttavia i primi veri “cani da macello” furono quelli di un’antica razza settentrionale del gruppo degli spitz che, esportati molto più tardi in Europa, furono conosciuti con il nome di chowchow. Pare che i Cinesi, già nel III o IV secolo a.C., si siano serviti anche di levrieri per la caccia al cinghiale e alla tigre. Dal 1766 a.C. fino al 1912 d.C. sei dinastie di imperatori si succedettero alla guida della Cina e, durante questo lungo periodo, i cani di piccola taglia furono i re della Città Proibita.

Gli imperatori apprezzavano molto riceverli e ricompensavano generosamente i donatori; l’unica eccezione si ebbe durante il regno della dinastia Ming (1368-1628) che ai cani preferì i gatti. La crescita di questi animali da compagnia era controllata attraverso una dieta rigorosa; sembra tuttavia che incroci casuali siano stati più importanti delle restrizioni alimentari nel determinare quelle che sarebbero state le loro caratteristiche definitive. Quando i piccoli cani furono incrociati con altri di dimensioni ridotte, come quelli offerti da Costantinopoli all’imperatore Kan-Tzu (probabilmente antenati dei maltesi), fu creata una varietà con le zampe incurvate e il muso schiacciato. Nel XVII secolo la razza venne riconosciuta come la vera pechinese. I lhasa apso, donati agli imperatori della dinastia Manchu (1659-1840) dai monaci tibetani, erano conosciuti con il nome di cani leone, perché vagavano all’interno dei palazzi imperiali facendo la guardia come leoni, segnalando la presenza di eventuali intrusi ai molossi. Si dice anzi che essi potessero terrorizzare anche più cli questi.

All’inizio del XVII secolo un gruppetto di cani cinesi di piccola taglia fu introdotto in Inghilterra. Questa moda però non durò a lungo e non se ne importarono altri fino al 1860 circa, quando le mostre canine erano molto in voga. Nel 1912, al crollo dell’Impero cinese, quasi tutti i cani dell’allevamento dei regnanti furono massacrati. Si salvarono solo alcuni esemplari, che i mercanti vendettero ben presto a cinofili inglesi.Anche in Giappone, come in Cina, i cani non erano molto diffusi. Sulle isole, densamente popolate, non vi era spazio da destinare a questi animali (facevano eccezione gli spitz allevati nel nord come animali da traino). Tuttavia a partire dal VII secolo furono allevati piccoli esemplari, conosciuti come tchin: originariamente essi erano un dono per l’imperatore. Molto più tardi, quando vennero introdotti nei Paesi occidentali, divennero noti in alcune regioni con il nome di spaniel giapponesi.