La Preistoria

Mentre le prime fasi dell’evoluzione del cane sembrano semplici, quanto avvenne in seguito è decisamente più oscuro, sebbene si tratti di un periodo relativamente recente, che ha inizio solo 15 000 anni fa circa.
Progenitori diretti del cane sono stati ritenuti il lupo, lo sciacallo e la volpe. Nel XVIII secolo un’ipotesi, peraltro non sostenuta da prove, suggerì l’esistenza di un ceppo indipendente di cui non si sarebbero trovati i rappresentanti. Fra i possibili progenitori può essere esclusa la volpe, che differisce notevolmente dal cane per la presenza di caratteri morfologici diversi. Gli occhi hanno pupilla ovale e non rotonda; la testa è molto lunga e appuntita, senza la tipica depressione, chiamata stop, alla congiunzione tra il cranio e il muso; la sua coda, infine, è folta e portata ben all’indietro. Inoltre le volpi non vivono in branco o in gruppo come i cani o i lupi.
Per analoghe ragioni tutti i paleontologi che hanno studiato le origini del nostro amico a quattro zampe hanno escluso anche i cani selvatici (dingo) come possibili progenitori. Fra lupi e sciacalli, i primi godono oggi il favore degli specialisti e da una a tre specie di questi animali sarebbero all’origine del cane, a seconda che si riconoscano una o più linee ancestrali. E vero che lo sciacallo è facilmente addestrabile e ama vivere nei pressi degli insediamenti umani, ma mostra una profonda avversione per i cani. Questa radicale inimicizia tra i due animali suggerisce una mancanza di affinità. A tale proposito, però, è stato osservato che i lupi non si fidano dell’uomo e lo fuggono, sono difficilmente addomesticabili e ululano invece di abbaiare, ma non sembra che queste considerazioni siano del tutto convincenti. Konrad Lorenz, celebre etologo austriaco, ha suddiviso i cani in due gruppi in base alla loro “psicologia”: i• “cani lupo”, che si tengono a una certa distanza dall’uomo (i cani pastore, per esempio), per i quali la gerarchia è molto importante, e i “cani sciacallo”, che vivono vicino all’uomo, come i cani da caccia o da compagnia. Una simile distinzione tuttavia non fornisce informazioni sufficienti sull’origine di questi nostri fedeli amici.
A favore dell’ipotesi secondo la quale il lupo sarebbe il progenitore del cane si può aggiungere che esso ha un comportamento fortemente gerarchico e possiede un istinto che tende a evitare combattimenti mortali tra membri dello stesso branco. Inoltre il lupo appartiene a una specie che si adatta con estrema facilità a qualsiasi condizione ambientale. Prima che l’uomo ne decimasse la popolazione vi erano lupi in ogni regione, che tuttavia presentavano marcate differenze tra loro.
Da tempo gli studi di alcuni zoologi hanno indotto a formulare l’ipotesi che la domesticazione del cane sia avvenuta simultaneamente e indipendentemente in differenti parti del globo, in un arco di tempo che va dalla fine del Paleolitico all’inizio del Neolitico, vale a dire dai 15 000 ai 7000 anni prima dell’era cristiana. Ma da dove avrebbe avuto inizio questo processo di addomesticamento del cane? Dal lupo grigio del nord che, vivendo vicino agli insediamenti umani, vide l’uomo allevare i suoi cuccioli e si abituò così alla sua presenza? O il primo a essere addomesticato fu piuttosto il lupo indiano (Canis Iupus pallipes), originariamente allevato perché gli uomini se ne cibassero? Tra le altre sottospecie di lupo che possono essere state gli antenati del cane, viene menzionato il lupo del deserto del Medio Oriente (Canis lupus arabicus) e il lupo lanoso del Tibet (Canis lupus laniger) e dell’India settentrionale. La forte sensibilità al freddo potrebbe aver spinto quest’ultimo ad avvicinarsi ai fuochi degli accampamenti umani.

La lunga coda a spirale di questo cane suggerisce un’affinità con gli attuali levrieri, come lo sloughi, che vivono nelle regioni desertiche. Pittura rupestre (Tassili n ‘Ahaggar, Algeria).

Questa immagine di cani che inseguono un muflone rivela la vocazione primaria dell’animale: la caccia. Pittura rupestre (Fezzan-Libia).